Eleaf iStick 100W: la mia prima box

iStick001Chi dello svapo ne fa anche una passione oltre che un’utilità prima o poi si trova a volere un po’ di più di quanto offre una semplice batteria eGo o una batteria standard di base come quelle che offrono altri kit preconfezionati.

Anch’io, quindi, sono arrivata a quel punto in cui le mie eGo erano diventate troppo poco: poco versatili, poco autonome.

Quando ho deciso di acquistare una box la mia scelta è caduta su questa: l’iStick 100W di Eleaf. Ormai con me da poco più di un mese, ho deciso di parlarne.

Cosa mi ha fatto scegliere questa box in particolare?

Sono più di una le caratteristiche che mi hanno portata a fare questo acquisto. La prima è stata il prezzo.

Ho acquistato questa box su www.svapostore.net per 39,90 euro, un prezzo decisamente vantaggioso rispetto a quello di diverse altre box con caratteristiche simili.
Oltre al prezzo più che buono, questa box ha, per le mie esigenze, altri vantaggi: ospita due batterie 18650, questo significa che può avere, in media, un’autonomia doppia rispetto alla mia eGo Twist da 2600 mAh, a seconda del tipo di batterie 18650 che si usano con essa.

Se si esce al mattino con le batterie cariche, pur svapando come ciminiere si è certi di arrivare a sera e avere ancora abbondante carica per arrivare alla spaghettata di mezzanotte… ovviamente anche in relazione alla potenza media con cui si svapa.

Un’altra caratteristica che cercavo era il supporto per il sub-ohming. Nonostante io sia lungi dall’avere gusto per resistenze vicine allo zero, ho capito presto di amare in modo particolare lo svapo compreso tra gli 0,5 Ohm e 1 Ohm e con una eGo, anche una Twist, non è buono scendere a questi valori di resistenza. Con la Twist sono stata in grado di svapare intorno agli 0,6 Ohm ma è stato giusto un test: non è una batteria fatta per il sub-ohming.

Un’altra caratteristica che mi ha attirata verso questa box è stata la potenza erogabile: 100 Watt possono accontentare una grande varietà di palati, a prescindere dal fatto che magari non ci si arriverà mai a sfruttarli. Quando sai di averli e sei tu a decidere di non usarli ti togli di torno possibili future frustrazioni.

Il fatto che si trattasse di una box con wattaggio variabile è entrato marginalmente nella mia scelta: ancora non avevo reale idea di quale fosse il vantaggio del wattaggio variabile, avevo solo sperimentato il voltaggio variabile con la mia eGo Twist ma, trattandosi della “moda” del momento, insieme al controllo di temperatura, alla fine che ci fosse non faceva affatto male.

In ultima istanza ho trovato che anche esteticamente questa box non fosse affatto male. In giro ce ne sono decine di modelli diversi di box con caratteristiche simili ma alcuni sono davvero brutti e spesso troppo grossi. L’iStick ha dimensioni contenute per essere una box da due batterie.

Non so per quale motivo Eleaf abbia deciso di non proseguire la tradizione delle box colorate come ha fatto fino all’iStick 50W e alla Mini. Dell’iStick 100W sono disponibili solo due colori: argento e nero.

Mi piacciono le rifiniture in acciaio o cromate ma un’intera box in argento non mi piace: troppo “fredda”. Ho deciso per la versione nera.

CONTENUTO DELLA CONFEZIONE

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La versione che avevano (al momento del mio acquisto) a disposizione su SvapoStore era quella senza adattatore eGo. Nella scatola quindi ho trovato la box, un cavo USB e il manuale di istruzioni. Tutto essenziale, niente fronzoli. Per essere certa, dato che acquistavo su questo negozio per la prima volta, ho anche usato il codice di verifica dell’autenticità: la box è autentica.

ASPETTO

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Nelle caratteristiche generali, la gran parte delle box regolate si somiglia: sono parallelepipedi con un minuscolo monitor e dei pulsanti. L’iStick 100W non si discosta da questa formula.

Numeri alla mano, le misure sono: 10 cm di altezza, 2,5 cm di spessore, 5,5 cm di profondità. Non si tratta di misure prese al millimetro, ho usato un qualunque righello, non un calibro, ma in linea di massima sono questi i valori.

Non è una box molto grande, in fondo non è tanto più grande di un pacchetto di sigarette.

Pulsanti e schermino si trovano su uno dei due lati stretti. Non ho mai provato box con i pulsanti posizionati sul lato largo come li ha, per esempio, l’iStick 50W quindi non so quale sia la soluzione più comoda. Io mi trovo comoda con questa soluzione: mi permette di avere sempre il controllo di tutte le impostazioni senza dovermi rigirare la box tra le mani (la mia posizione di svapo è a “grilletto”, ovvero attivo la box con l’indice).

Sui due lati larghi, in posizione superiore, vi sono i fori di ventilazione delle batterie.

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Sul lato superiore si trova la connessione 510, in posizione decentrata. Vi sono anche due scanalature che funzionano da areazione per atomizzatori che prendono aria dalla connessione 510 come, per esempio, i cartomizzatori.

Sul lato inferiore si trova una porta micro-USB che serve solo per ricaricare le batterie: il software di questa box non è aggiornabile.

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Lo sportellino della batteria è fissato solo attraverso magneti, non ci sono incastri di altro tipo. I magneti sono molto consistenti: non c’è pericolo che lo sportellino si apra da solo, è ben fissato, non traballa e siede perfettamente nel suo alloggiamento senza bordi rilevati o fessure. Al contrario, se non si aggancia bene con l’unghia indentatura di apertura, si fatica ad aprirlo. E’ un avviso agli amanti della manicure: attenti alle vostre nail-art quando volete aprire il vano batteria, potrebbero essere in pericolo!

All’interno del vano c’è l’alloggiamento per due batterie 18650 e una fettuccina di tessuto con cui aiutarsi a estrarle.

I poli positivo e negativo degli alloggiamenti sono a molla ma si tratta di molle ben ferme, le prime volte si può fare un po’ fatica a infilare le batterie e i magneti dello sportellino non aiutano: tendono a deviare le batterie quando si cerca di inserirle. Non è certo un problema, in un paio di volte si impara l’angolazione migliore per inserirle senza dover litigare.

Come si vede dalla foto, in questa box le batterie vanno inserite entrambe nella medesima direzione: non è un errore, in questa box sono configurate in parallelo, non in serie.

FUNZIONI E SPECIFICHE

Questa box è molto semplice ed essenziale relativamente alle funzionalità che offre:

  • voltaggio variabile
  • wattaggio variabile
  • blocco schermo
  • inversione schermo
  • massimo tempo di attivazione continua: 10 secondi, pre-impostato e non modificabile
  • indicatore di carica della batteria
  • accensione e spegnimento

Per quanto riguarda le specifiche:

  • volt erogabili da 2 a 10
  • watt erogabili da 5 a 100
  • resistenze supportabili da 0,15 Ohm a 5 Ohm
  • supporto per 2 batterie 18650 in parallelo; può funzionare anche con una sola batteria installata
  • numerose funzionalità di sicurezza (Low Voltage Cut-off, Temperature Protection, Atomizer Protection, Short Circuit Guard)

FUNZIONI DEI PULSANTI

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Bottone di attivazione (fire button):

  • 5 pressioni ravvicinate: accensione e spegnimento
  • 3 pressioni ravvicinate: passaggio dalla modalità a voltaggio variabile a quella a wattaggio variabile e viceversa
  • pressione singola prolungata: attivazione dell’erogazione di corrente all’atomizzatore

Bottoni dei settaggi (+ e -):

  • aumento/diminuzione dei watt/volt erogati
  • a box accesa, la contemporanea pressione blocca o sblocca la possibilità di regolare i settaggi
  • a box spenta, la contemporanea pressione inverte l’orientamento dello schermo

CONSIDERAZIONI GENERALI DI UTILIZZO

E’ doveroso sottolineare che questa non è solo la mia prima box ma, al momento, è anche l’unica che possiedo. Le mie valutazioni, quindi, sono fatte in base a quest’unica esperienza, come utente principiante e di base, non come esperta.

E’ circa un mese che utilizzo l’iStick 100W e al momento non ho nulla di cui lamentarmi.

Non è la cosa più piccola e discreta che si possa portare in giro ma non si può pretendere troppo da un dispositivo che ospita due batterie e, a occhio, mi sembra più piccola di numerose altre box simili.

Completamente assemblata, quindi con all’interno due batterie e un tank montato, il peso complessivo si aggira attorno ai 300 grammi: non è nemmeno la cosa più leggera in giro, senza dubbio.

In parte anche questo è dovuto al fatto che ospita due batterie, in parte è sicuramente dovuto al materiale. Il corpo di questa box è interamente metallico, di alluminio di grado “spaziale”, che non è un’iperbole per dire che è un alluminio fantastico ma è un tipo di alluminio usato per la costruzione nell’ambito dell’ingegneria aerospaziale. Maneggiando la box si capisce che si ha in mano un metallo ben solido, non cedevole né malleabile. E’ pesante, quindi, ma dà un’impressione di robustezza e stabilità.

Il finish della box è satinato, rendendola immune dal mostrare ditate ma non eliminando il potenziale problema della scivolosità tra le mani. Non è come tenere una saponetta ma l’assenza di qualunque materiale o inserto che renda più ferma la presa può far correre il rischio che scivoli dalle mani. Ora che è inverno questo rischio, se si usa indossare guanti, è doppio.

Questa caratteristica mi ha fatto propendere per ordinare una cover in silicone.

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Questa l’ho presa su FastTech per un paio di euro. Non è il massimo della raffinatezza manifatturiera ma è sicuramente pratica e per chi non ama i colori sgargianti se ne trovano anche nere, bianche o trasparenti.

L’inconveniente di una cover del genere è doverla sfilare ogni volta in cui si cambiano le batterie ma considerando quanto durano non è un’attività che si deve fare così spesso da renderla fastidiosa.

Risolto, quindi, il possibile inconveniente della scivolosità, ci si trova con in mano una box ben solida, di dimensioni contenute, maneggevole e molto semplice da usare.

Imparare a gestire le funzioni è un attimo: ne ha così poche che non serve fare sforzi mnemonici e la curva di apprendimento è molto rapida anche per i tecnofobi e per chi si avvicina per la prima volta a dispositivi come questo.

Anche fare l’abitudine alla novità del wattaggio variabile è molto semplice per chi arriva da un dispositivo dotato di solo voltaggio variabile: quando si è in modalità wattaggio variabile, i volt erogati sono comunque indicati. Se si è abituati a impostare il proprio svapo a determinati volt, anche usando la box in watt si possono tenere d’occhio i valori dei voltaggi ed essere certi di non uscire troppo dalla propria zona confortevole.

Quando si attiva la box e si fa un tiro, sullo schermo viene mostrato un contatore in secondi e decimi di secondo che conta il tempo di tiro. Ai 10 secondi viene tolta automaticamente energia.

Quando si prova ad attivare la box senza un atomizzatore installato, non viene erogata corrente e la box avvisa anche se c’è un cortocircuito nell’atomizzatore, qualora non lo si sia rigenerato bene.

Una funzione che mi è stata utilissima nei primi giorni di utilizzo è stato il passthrough (BF (Bottom Feeder) e squanking, mesh, atty, cig-a-like, clone, big battery, DNA, bypass, passthrough, RBA, D/C mod e mod ibrida (hybrid mod): altra terminologia). Quando ho comprato questa box ho inizialmente preso solo una coppia di batterie. Per la prima settimana, quindi, ho sfruttato la funzione di ricarica della box stessa. Poter svapare anche mentre le betterie si stavano ricaricando è stato utile.

Tra i difetti che molti elencano c’è la questione della porta micro-USB posizionata inferiormente. Onestamente a me questo non ha dato problemi: la porta è decentrata. Quando ho ricaricato le batterie nella box mi sono curata di tenerla vicina al bordo del ripiano d’appoggio così che il cavo USB non intralciasse. Naturalmente c’è il rischio che la si urti e cada ma il rischio c’è anche se la si tiene in mano o in una tasca o in una borsa: basta farci attenzione.

Sicuramente il vantaggio più grande l’ho avuto quando mi sono decisa a prendere batterie in più e un caricabatterie esterno. Una volta scariche le batterie inserite, in 20 secondi si inseriscono quelle cariche senza dover attendere che sia la box a caricarle. E’ il sistema più pratico se si è fuori casa.

Una cosa buona della box è che legge immediatamente le resistenze. Le prime volte pensavo che dovessi almeno fare un click del pulsantone di attivazione perché vedesse una nuova resistenza, poi ho notato che la resistenza viene letta nel momento esatto in cui l’atomizzatore viene avvitato. Questo porta la box a riadattare automaticamente il voltaggio erogato quando la si sta usando impostata su un determinato wattaggio. Se, quindi, si ama svapare a, per esempio, 40 watt con qualunque tipo di resistenza si abbia, basta lasciare la box sui 40 watt e questa riadatterà da sola i volt utili a secondo della resistenza degli atomizzatori che si cambiano. Io attualmente sono ancora nella fase in cui comprendo meglio il mio gusto secondo i volt erogati più che secondo i watt, quindi in genere vario il wattaggio perché si aggiri attorno ai volt che preferisco (mai più di 4, mai sotto i 3,8). Io e il wattaggio stiamo ancora prendendo confidenza l’una con l’altro.

La lettura delle resistenze di questa box non ho idea se sia precisa. Ho un ohmetro anch’esso di Eleaf ma se sia più preciso l’ohmetro da 4 euro o la box da 40… boh. So che in genere la box arrotonda un poco all’eccesso la resistenza rispetto a quella letta con l’ohmetro. Chi abbia ragione per me è un mistero ma non addentrandomi io nel sub-ohm estremo non ho così grande bisogno di letture ultra-precise: mi basta un range di massima.

Un altro punto che voglio prendere in considerazione è lo sfruttamento delle batterie.

Durante i primi utilizzi dopo essermi dotata di un caricabatterie esterno ho notato una cosa un po’ strana: le batterie mi risultavano drenate in modo impari.

Per esempio, se la box mi mostrava che mi mancava circa 1/3 di carica, non mi trovavo con le due batterie drenate del 70% ma con una drenata completamente e l’altra appena intaccata. Mi sono preoccupata che fosse la box difettosa. Ho testato questa cosa provando prima ad alloggiare una sola batteria alla volta, prima in uno slot e poi nell’altro, ed entrambi funzionavano. Come test successivo ho deciso di usare la box fino a che l’indicatore di batteria scendeva a zero.

In questo modo ho visto che entrambe le batterie risultavano usate in modo uniforme, indicativamente scaricate fino ai 3,4 volt ciascuna.

Non mi intendo di queste cose ma credo che questa disparità di sfruttamento abbia correlazione diretta con la configurazione in parallelo delle batterie: che se ne abbia dentro una o due, vengono usate una alla volta e non scaricate tutt’e due insieme.

Mi è capitato, poi, di leggere commenti su altre box che si lamentavano del fatto che non fossero in grado di sfruttare completamente i volt delle batterie che, volendo, potrebbero essere drenate anche fino ai 3,2 volt. Non so se sia vero e non so se il fatto di drenare una batteria fino ai 3,4 invece che i 3,2 sia davvero un difetto. Le batterie agli ioni di litio, perché abbiano un’aspettativa di vita ottimale, dovrebbero sempre essere mantenute operative tra il 30% e il 95% di carica, non di meno e non di più, quindi da parte mia preferisco che le batterie non vengano completamente scaricate: se ne prolunga la vita.

Ho trovato anche video che testavano l’effettiva accuratezza dei watt erogati scoprendo che forse quei 100 watt non vengono davvero raggiunti in pieno. Probabilmente questo non dipende solo dalla box ma anche dal tipo di batterie che si usano e, ovviamente, dalla resistenza dell’atomizzatore.

D’altra parte questa non completa accuratezza è vera un po’ per tutti questi tipi di box. I 50 watt o 100 watt o 200 watt dichiarati sono in genere raggiungibili con configurazioni precise. Le aziende, quindi, pubblicizzano il fatto che le loro box quei watt siano in grado di erogarli ma da nessuna parte scrivono che possono farlo solo con quella precisa resistenza, precise batterie, preciso filo, condizioni e via dicendo: si tratta spesso di numeri più ideali che fattuali. Nel momento in cui si è consapevoli di questo dettaglio, si smette anche di curarsi se la box eroga davvero quei 100 watt dichiarati sullo schermino buttandoci dentro una build qualunque. Non è così che funziona, soprattutto per questi prezzi.

Ho sentito anche alcuni lamentarsi del fatto che i bottoni + e – fanno un poco di rumore quando la box viene agitata ma, onestamente, a me questo pare tanto un voler cercare il pelo nell’uovo: perché mai dovresti metterti ad agitare la box? Non è un paio di maracas. Se proprio questo rumore dà fastidio, con una cover di silicone si risolve.

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Riassumendo:

PRO

  • Economica
  • Dimensioni contenute per essere una doppia batteria
  • Presenza di diversi sistemi di sicurezza
  • Voltaggio e wattaggio variabili
  • Semplicità di utilizzo
  • Possibilità di ricaricare le batterie con la box
  • Presenza di passthrough
  • Costruzione solida e robusta
  • L’inversione dell’orientamento del monitor lo rende comodo da leggere sia per mancini che per destrimani
  • Possibilità di bloccare le impostazioni prevenendo di variarle involontariamente

CONTRO

  • Più ingombrante di sistemi a singola batteria
  • Poca personalizzabilità delle funzioni (mancano impostazioni di memoria, il conto dei tiri o la possibilità di variare la lunghezza del tiro)
  • Un poco scivolosa tra le mani
  • Quando vengono cambiate le batterie si ha il reset del blocco dei pulsanti e dell’orientamento dello schermo. Sarebbe più comodo che queste impostazioni fossero mantenute in memoria. L’ultimo wattaggio o voltaggio impostato, invece, viene mantenuto
  • Porta micro-USB posizionata inferiormente
  • Software non aggiornabile

CONCLUSIONI

Io mi sto trovando molto bene con questa box. Per me le funzioni che ha sono più che sufficienti al momento, ha un prezzo davvero concorrenziale ed è anche esteticamente piacevole, non dando l’impressione di avere in mano un cassone.

Quando ho cominciato a pensare di prendere una seconda box ho, infatti, seriamente meditato di prendermi una seconda iStick 100W. Ho abbandonato questa idea per due motivi: sono una persona curiosa, mi piacciono le novità e la varietà, quindi voglio vedere anche cos’altro offre il mondo e vorrei puntare a un dispositivo un poco più piccolo. Nonostante, infatti, questa sia sicuramente una box dalle dimensioni contenute è ugualmente uno scatolotto che si tiene in mano, vorrei provare qualcosa di più piccolino e “tascabile” (doverosamente virgolettato perché il mio istinto mi dice che non è consigliabile mettersi in tasca queste cose: basta un’eccessiva pressione sull’atomizzatore e ci si può trovare in un attimo con una mod rotta).

Come ho scritto tra i contro, ci sono cosette che vedo presenti in altri software e che non mi dispiacerebbe aver avuto in questa iStick come la possibilità di impostare delle memorie di settaggi o di personalizzare i secondi a disposizione per l’aspirazione. Il conteggio dei tiri, onestamente, è solo una cosetta stupida ma può non essere male averlo se si vuole rendersi conto di quanto si svapa.

Come già detto sopra, il posizionamento della porta USB per me è un difetto solo marginale, soprattutto da quando carico le batterie esternamente e non ho più attaccato la box al cavo.

Non voglio nemmeno tornare sul discorso dei bottoni. Davvero, non torniamoci.

In definitiva a me questa box piace, la ricomprerei se non fosse che voglio variare un po’. Visto il trend preso da Eleaf non è escluso che con il nuovo anno ci presentino una iStick 100W con controllo di temperatura e a quel punto potrei lasciarmi sedurre dal fatto che, in fondo, è una cosa nuova nonostante sia la stessa cosa.

Per il momento accantono l’idea di fare la doppietta ma solo perché rispondo alla scimmia della curiosità, altrimenti con questa box mi sento di dire di avere già completamente soddisfatte le mie necessità di svapatrice con il portafoglio limitato.

Forse, quindi, è inutile precisarlo ma lo preciso lo stesso: sì, ne consiglio vivamente l’acquisto se si vuole qualcosa di solido, affidabile, non troppo ingombrante, con buona autonomia, batterie estraibili, piacevole alla vista e senza grandi pretese.

Promossissima.

2 pensieri su “Eleaf iStick 100W: la mia prima box

  1. Pingback: Acquisti di fine anno e wishlist per il 2016 | La Brucaliffa

  2. Ciao! Questa box è da montare? Nel senso è di tipo meccanico? O basta comprare un atomizzatore, avvitarlo ed il gioco è fatto? Come hai capito non me ne intendo molto, e come prima esperienza vorrei fare enormi svapate con una box semplice.

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