#NotBlowingSmoke – Non è fumo

Non so se sia qualche subdola tendenza a diventare un po’ elitari o semplice orgoglio personale per il fatto di aver raggiunto l’obiettivo di smettere di fumare, probabilmente è un po’ una e un po’ l’altra cosa. Mi riferisco al fatto che, da quando seguo il mondo dello svapo, ho notato una certa insofferenza dei vapers all’essere associati agli altri fumatori da chi non è mai stato fumatore.

I primi giorni ne sorridevo. Guardavo i video di vlogger e recensori e trovavo divertente questo desiderio di essere visti diversamente, di essere considerati una categoria a parte, finché è successo a me.

La scorsa settimana ero in giro con mia sorella, siamo state alla fiera dell’artigianato, tappa obbligata ogni anno per noi, e abbiamo cenato lì.

Dopo la nostra cenetta a base di pita greca (deliziosa, la consiglio) e coca cola, ovviamente non poteva mancare la sigarettina (per lei) o la svapatina (per me) digestiva.

Siamo uscite al freddo e al gelo (in realtà, fortunatamente, non era un giorno molto freddo) e ci siamo unite agli altri fumatori. Accanto a noi c’erano due donne, una fumatrice, l’altra chiaramente non fumatrice. Questa seconda donna aveva il vento verso di lei. Le è arrivata incontro la mia nuvolona di vapore espirato dopo il tiro. Con la coda dell’occhio l’ho notata cercare di fuggire la nuvola come se le stesse arrivando incontro una delle piaghe d’Egitto.

Assicuro che, con la mia cover viola acceso sull’iStick e il Goblin Mini avvitato sopra, si vedeva bene che non avevo in mano una sigaretta ma da noi il vaporizzatore personale è ancora una rarità. Non ho idea di cos’abbia pensato stessi inalando e poi ributtando fuori nel mondo ma so che ho fermato a forza la frase “Non è fumo. E’ vapore.” e pure profumato (come se il suo istinto di fuga le avrebbe mai consentito di soffermarsi su un dettaglio tanto irrilevante).

Le ho chiesto “scusa”, invece, perché ho pensato che, in fondo, lei che ne sa che il vapore passivo le fa meno male dello smog che respira ogni giorno? Probabilmente sa solo marginalmente che esistono le sigarette elettroniche e la differenza che hanno rispetto alle sigarette analogiche. Ho deciso di essere empatica e garbata, nonostante non fossero mia responsabilità le correnti d’aria: il vapore era certamente il mio.

E’ stato, tuttavia, un momento di realizzazione. Mi sono sentita discriminata (ovviamente è una parolona esagerata, le vere discriminazioni sono ben altre) o, comunque, non compresa: non spargo più fumo! Spargo vapore! E’ diverso!

E mi sono resa conto che, forse, anch’io stessa sono diventata un’elitaria a cui dà fastidio essere infilata nel cesto dei fumatori.

Mi rendo, tuttavia, conto di quanto è difficile difendere la propria scelta e posizione, se si volesse farlo con in mano dei dati, visto che di dati non ce ne sono o, almeno, non ce ne sono abbastanza.

Per quanto io possa essere convinta del fatto che svapare fa meno male di fumare, che il vapore passivo è forse innocuo, che anche Veronesi stesso lo dice, in realtà gli studi attualmente fatti sono troppo pochi, ci sono così pochi numeri che è fin troppo facile per chi ascolta dubitarne… soprattutto il giorno dopo l’uscita di uno studio che è destinato a demonizzare più di quanto già non siano gli e-liquid (Flavoring Chemicals in E-Cigarettes: Diacetyl, 2,3-Pentanedione, and Acetoin in a Sample of 51 Products, Including Fruit-, Candy-, and Cocktail-Flavored E-Cigarettes) anche se, in questo specifico caso, non a torto.

Non so se questo articolo abbia un punto, uno scopo o una qualche “morale” della favola, credo che abbia soprattutto delle considerazioni: ancora, nonostante non si sia più fumatori, non siamo in grado di permetterci di non considerarci tali. Non abbiamo i dati concreti a disposizione per poter pretendere e richiedere di essere trattati diversamente, di essere esclusi da normative anti-fumo e richiedere tutela invece di proibizionismo. E parlo di tutela relativa all’istituzione di controlli e normative sul tipo di sostanze usate per produrre e-liquid che siano in grado di fornire linee guida precise ai produttori, così che si sia sicuri non si inalino elementi pericolosi. D’altra parte per avere i dati da cui poter trarre queste linee guida serve tempo, tempo che ancora la sigaretta elettronica non ha avuto e tra ora e il giorno in cui questi dati ci saranno saremo ancora e sempre fumatori. E’ fastidioso ma ho idea che dovremo rassegnarci all’attesa.

15 pensieri su “#NotBlowingSmoke – Non è fumo

  1. È successa la stessa cosa anche a me qualche settimana fa:
    mi è era appena arrivato il kit Joyetech mini e lo stavo testando un minimo,
    quando mi trovavo in coda per entrare ad un’esposizione,
    ad un certo punto una piccola nube
    mi scappa dalla bocca e inonda una signora (per via del vento),
    lei si allontanata repentinamente.
    Io non ho avuto un atteggiamento troppo Zen e le ho detto
    “Non è fumo. È vapore!” 🙂
    Cmq, devo dirti, che pur vivendo in una città non proprio piccola,
    mi accorgo di essere un pò mal guardato, soprattutto dalle sciure,
    e abitando in centro ne incrocio parecchie!
    Quasi mi sentivo meno a disagio quando mi facevo le mie ganja-passeggiate
    o quando andavo in giro con i capelli sparati!
    Ma invece dimmi: tu come ti comporti nei locali pubblici, per esempio nei ristoranti?
    Io in principio chiedevo se fosse tollerato l’uso e, in linea di massima, lo è.
    Ma dopo una volta in cui mi è stato negato,
    lo uso direttamente senza chiedere il permesso
    evitando di non fare nuvole troppo persistenti.

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    • In locali pubblici chiusi non svapo mai e, in generale, non lo faccio ovunque vi sia il divieto di fumare. In parte è abitudine ormai acquisita, in parte è per rispetto degli altri. Posso non controllare il vento che c’è fuori da un padiglione fieristico ma in un luogo chiuso è solo mia la responsabilità se il mio vapore va nel naso a qualcun altro. E non è questione di lesività del vapore ma di odori, soprattutto in un ristorante. Non posso dare per scontato che chi è intorno a me apprezzi un aroma che io sto svapando ma, anche lo apprezzasse, non è certo mio diritto buttarglielo in faccia senza che lo richieda. A maggior ragione, poi, se ho intorno qualcuno che sta ancora mangiando: gustarsi una fiorentina con nel naso del tuttifrutti non è piacevole soprattutto quando è la tipa del tavolo vicino, sconosciuta, che se ne sta sbattendo di te che ti gusti il tuo pranzo o la tua cena e ti disturba odori e sapori.
      Mi sono adattata per anni a uscire a fumare, continuo a farlo.

      Il problema per me sta diventando un altro: è a me adesso che ricevere il fumo in faccia dà fastidio quindi andare a svapare con i fumatori mi rovina la svapata e farlo con i non fumatori potrebbe disturbare loro. E’ un po’ paradossale la situazione 😀

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      • Il tuo buon senso e rispetto per gli altri è apprezzabile.
        Non ho ancora capito però, da un punto di vista legislativo,
        come ci si può comportare. Lo svapo è equiparato al fumo di sigaretta?
        Capisco comunque cosa intendi. Anch’io patisco molto il fumo passivo
        delle analogiche da quando non ne faccio più uso.

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        • Attualmente lo svapo è coperto dalle leggi antifumo e non vi sono segnali che cambi qualcosa. Al contrario le leggi antifumo, secondo alcuni, dovrebbero essere ancora più restrittive, ne segue che anche lo svapo verrebbe ancora più ostacolato.

          Per fare un esempio è stato proposto di far diventare irregolare fumare alla guida anche se si è da soli. Non ho capito bene se venga proposto per diminuire le situazioni potenzialmente distraenti per chi guida, che potrebbe anche avere senso, com’è stato fatto per i telefonini, o per questione di salute (ovvero per multare chi decide di affumicarsi in completa autonomia dentro un abitacolo). E’ solo una proposta al momento ma dovesse passare coinvolgerebbe anche la sigaretta elettronica.

          Per quello dico che per ora dobbiamo rassegnarci al fatto di essere ancora considerati dei fumatori.

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  2. Pingback: E-liquid: studio di Harvard sul diacetile e la risposta di alcuni produttori italiani | La Brucaliffa

    • Tuttavia ora si deve tenere conto della direttiva 2014/40, scritta un anno dopo le legislazioni menzionate in questo articolo. E il punto 36 cita:

      “(36)
      Le sigarette elettroniche e i relativi contenitori di liquido di ricarica dovrebbero essere disciplinati nell’ambito della presente direttiva, a meno che per la loro presentazione e funzione non siano soggetti alla direttiva 2001/83/CE del Parlamento europeo e del Consiglio ( 8 ) o alla direttiva 93/42/CEE del Consiglio ( 9 ). Vi sono normative e pratiche divergenti riguardo a tali prodotti, anche rispetto ai requisiti in materia di sicurezza, tra gli Stati membri, per cui è necessaria un’azione a livello dell’Unione per migliorare il buon funzionamento del mercato interno. Qualsiasi disciplina di tali prodotti dovrebbe basarsi su un livello elevato di protezione della salute pubblica. Per consentire agli Stati membri di esercitare le loro competenze di sorveglianza e di controllo, i fabbricanti e gli importatori di sigarette elettroniche e contenitori di liquido di ricarica dovrebbero essere tenuti a inviare una notifica dei pertinenti prodotti prima che siano immessi sul mercato.”

      Il problema della 2014/40 è che ancora è in parte in discussione sebbene alcune norme siano già vigenti perché derivate da norme passate e non mi sembra sia tanto chiaro quante di queste comprendono anche la sigaretta elettronica.

      In ogni caso credo che valga sempre il discorso del rispettare lo spazio altrui. In fondo per un’ora in cui si sta dentro un ristorante non è un grande sacrificio aspettare di svapare quando si esce, a mio parere 🙂

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  3. Hai fatto bene a precisare,
    speriamo però non facciano dieveti ulteriori!
    Devo sempre cercare di tenere a bada il mio lato
    anarchico e irriverente.
    Poi, in effetti, a pensarci bene,
    non è carino costringere le persone a subirsi le proprie svapate.
    In ogni caso, per la gioia delle sciure che mi incontreranno,
    credo proprio che per Natale mi regalerò il Bellus! 🙂

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    • Io lo sto giusto aspettando 🙂 Il clone, ovviamente, ma dato che non ha un prezzo assurdo non si sa mai che, se il clone mi conquista, mi lasci andare anche alla pazzia di prendere un originale (anche perché al momento solo l’originale c’è in nero e io lo volevo nero :D)

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    • Evita i vetri colorati su FT. Io, dal mio Goblin Mini, mi sono trovata a svapare liquido rosa perché la vernice perdeva colore. Ho dovuto decolorarlo per non svapare più pittura per vetro :S
      Era dipinto solo all’esterno ma non so perché perdeva anche dentro il tank e ha colorato le guarnizioni che sigillano il vetro del serbatoio.
      E’ un appunto che dovrò inserire nella recensione perché direi che è importante.

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  4. Grazie per l’appunto, Brucaliffa.
    Forse quel tipo di verniciatura cinese non è adatta alle alte temperature.
    Peccato, perchè ne sto aspettando diversi per i miei cloni di Kayfun Lite Plus
    (i tank trasparenti erano in rottura di stock).
    Come sei riuscita a toglierla? Non potevi provare ad agire
    solo sulla filettatura?

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    • Quando l’ho fatto avevo in casa solo acetone per unghie, è stato un poco faticoso ma è venuta via tutta. Meglio un solvente per vernici specifico.
      Ci ho pensato di toglierla solo ai bordi e l’ho fatto con solo uno dei due vetri (ne ho preso subito uno di ricambio quando ho preso il Goblin) ma non ho mai fatto prove per vedere se è una soluzione buona. Una volta che ho avuto il vetro senza più vernice ho deciso di affidarmi a quello. Non escludo che prima o poi farò la prova visto che sono tanto carini i vetri colorati, semplicemente ancora non mi sono decisa a farla 😀

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